Credits: Pieter Musterd, 2013
Nell’ultimo volume “Nuove Alleanze“, supplemento alla rivista “Arte e Critica“, Alessandro Isaia – docente DECA Master – tratta in maniera chiara e semplice l’argomento dei musei nell’era di Internet. Nello specifico, nel suo articolo dal titolo “Musei e social media: comunicare e coinvolgere nell’era del web 2.0. Le recenti esperienze della Fondazione Torino Musei”, si fa notare come soprattutto l’avvento dei social network si inserisca in un’era in cui i beni culturali, e i musei in particolare, stanno cercando di trovare delle soluzioni che possano aiutarli a incrementare pubblico e entrate, con operazioni di marketing fino a poco tempo fa inimmaginabili.
In questo contesto, la Fondazione Torino Musei, di cui Alessandro Isaia cura proprio la comunicazione e le strategie di marketing, promuove e valorizza il patrimonio museale utilizzando il web non solo come mezzo di promozione, ma soprattutto come canale per consolidare e ampliare il rapporto con il pubblico.
Fin dalla nascita della Fondazione, i musei civici si dotarono di propri siti web. Nel 2004 si fece un ulteriore passo avanti grazie alla realizzazione del sito di Palazzo Madama di Torino tramite il quale si riuscì a creare un filo diretto con il pubblico. E ancora, nel 2008 fu aperto il MAO – Museo d’Arte Orientale, per il quale si sperimentò l’utilizzo dei social network, aprendo un profilo su facebook e un canale youtube in cui furono inserite anticipazioni sulle collezioni, aggiornamento degli allestimenti, interviste.
In breve tempo ci fu un’impennata di visite al sito web del museo e l’opinione generale fu certamente positiva. Fu questa esperienza a far “riflettere sulle opportunità che il web 2.0 offriva” – spiega Alessandro Isaia. “Nell’arco di poche settimane, si aprirono profili sui social network anche per gli altri musei della Fondazione (Palazzo Madama, il GAM, il Borgo Medievale)”, costantemente aggiornati.
Nel 2011, dopo aver analizzato le migliori esperienze a livello internazionale, si decise, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che ha visto Palazzo Madama protagonista, di utilizzare facebook, twitter, youtube e foursquare per “avvicinare il maggior numero possibile di persone ad un argomento, la storia dell’unità nazionale, che probabilmente avrebbe escluso alcune fasce di pubblico, soprattutto giovane”. Alla fine dell’esperienza è stato possibile riscontrare un incremento di pubblico, anche giovane.
Da queste considerazioni, è facile arrivare a un punto fermo e importante: la nascita (e oramai il consolidamento) di una nuova forma di interazione tra pubblico e museo. I social network, cioè, “stanno contribuendo a raggiungere sempre più quel concetto di “museo partecipato” cui la storia della museologia moderna ha dedicato notevoli sforzi”. Tutto questo, conclude Alessandro Isaia, “va ben oltre gli aspetti di marketing e comunicazione museale”, inserendosi “in un più generale ripensamento della funzione stessa dei musei che sta caratterizzando l’epoca attuale”.
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